L’Importanza del Numero Zero (e come mi chiamo)
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Sì lo so, il mio non è un nome facile e comune, quindi ho deciso di fare un video per stabilire una volta per tutte come si pronuncia.
Sarà la Francia a ispirarmi queste questioni di linguistica…
Su Orsola non ci sono dubbi. Orsola è senza U, tutte O.
Non è difficile anche se in tanti sbagliano lo stesso.
E il cognome?
Allora, io ho sempre saputo che si dicesse Nìzzero e l’ho sempre pronunciato così, come i miei avi del resto.
Però succede che tutti mi chiamano Nizzèro, non proprio tutti, ma il 99% sicuramente.
Poi c’è L’1% che mi chiama Nizzerò, ma solo qui in Francia.
Allora sapere cosa ho deciso? Che va bene così, non vi correggo più. Chiamatemi pure Nizzéro
Oltretutto, pensandoci è anche più bello perchè evoca il numero Zero che è un cardine fondamentale della matematica e anche dell’informatica, settore in cui lavoro, che è tutto un alternarsi di 0 e 1.
Momento Piero Angela
Il concetto di ZERO pare sia nato all’epoca dei Sumeri 3000 anni fa, ma sono in molti a pensare che anche presso gli Hindù e i Cinesi fosse già noto come concetto di valore nullo, anche se non avevano un simbolo vero e proprio per rappresentarlo.
In ogni caso il padre dello zero è il matematico arabo Muhammad ibn Musa al Khwarizmi, che lo introdusse nell’800 dopo Cristo tra i numeri oggi noti come “arabi”, riconscendone comunque la paternità indiana. L’uso dello zero rese subito i calcoli più rapidi e precisi, permettendo anche l’introduzione di calcoli più complessi come gli algoritmi.
L’occidente fu l’ultimo continente a introdurlo e il primo ad utilizzarlo fu il grande matematico italiano Leonardo Fibonacci nel 1202. Fibonacci è il famoso inventore della mitica successione di Fibonacci, nota anche come successione aurea, chiave di lettura e interpretazione di molti fenomeni naturali, scientifici e anche artistici. Questo però lo lascio approfondire a voi.
Quindi per farla breve, chiamatemi pure Nizzéro e viva il numero Zero